
Sala dell’archibugio
La sala prende nome dalla grossa spingarda del `500 proveniente da Castel Sant’Angelo, di cui Agostino I ricoprì la carica di castellano. Le porte furono decorate a grottesca in stile neoclassico da Liborio Coccetti, attorno al 1794.
L’ambiente è adibito in parte ad antiquarium, con reperti archeologici provenienti da vari feudi Chigi, soprattutto dall’Aricia romana, tra cui l’importante iscrizione dei Lotori del collegio di Diana aricina, urne funerarie, frammenti di busti, un’olla granaria e vasellame etrusco dagli scavi di Monte Aguzzo a Formello.
Sulla parete destra grande incisione con Veduta di Roma dal Gianicolo di Giuseppe Vasi (1765) e un gruppo di acquerelli su pergamena commissionati a Gregorio Tomassini a Domenico Jacovacci dedicati ad Alessandro VII, raffiguranti l’itinerario da Roma ai Castelli Romani, con vedute di Castel Gandolfo, Genzano ed Albano (1658). È presente vicino all’ingresso anche una rara incisione con il ritratto del celebre brigante Gasperone, ripreso dal vero in Ariccia nel 1825 da un anonimo pittore francese.