Realtà virtuale Sala Maestra
Sala Maestra
La sala risale all’originaria fabbrica cinquecentesca, come documenta il grande camino in peperino con i simboli araldici Savelli sul fregio. Al centro della decorazione un cartiglio con l’allegoria della “nave della Chiesa” sostenuta dai papi e cardinali Savelli, impresa assunta dal cardinale Giacomo Savelli dopo la battaglia di Lepanto (1672).
Costiuisce l’ambiente principale del palazzo, oggi adibito anche a sala concerti e conferenze; nel passato furono allestiti importanti melodrammi, quali il “Serse” del Tenaglia (prima opera con libretto stampato) nel 1661, il “Tirinto” e l'”Adalinda” nel 1672 e 1673 a cura dell’Accademia degli Sfaccendati, con musiche di Pasquini e Agostini, cui partecipò la grande aristocrazia italiana (Cristina di Svezia, la Granduchessa di Toscana, etc.).
Sulle pareti in basso abbiamo un ciclo di vedute del XVII secolo con feste, eseguite da un
anonimo “bambocciante”. Sono raffigurati da destra: il Campidoglio durante la Cavalcata di Alessandro VII per il “possesso” del Laterano, il Matrimonio del Mare a Venezia (di altra mano), il Santuario di Galloro e la Fiera di Pentecoste, la Festa di S.Giovanni a Firenze, Parigi dal Pont Neuf. Le due cornici prive di tela sono state lasciate così dai Chigi e documentano la sottrazione effettuata nel 1944, quando il palazzo venne occupato dai nazisti.
In alto otto grandi tele di Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino, raffiguranti angeli, costituenti modelli preparatori per i mosaici della cupola di S.Pietro. Sopra il camino una grande tela di Giovan Battista Gaulli detto Baciccio raffigurante il Beato Giovanni Chigi, originariamente nel palazzo del cardinal Flavio e poi nel palazzo di Piazza Colonna.
Sulla parete opposta ritratto di Alessandro VII firmato Pietro Paolo Vegli ed in basso marina con S.Agostino, opera a due mani di Alessandro Mattia da Farnese e Jos de Momper. Sulle due pareti corte opposte quattro ovali caravaggeschi di autore ignoto, con bari, musici ed allegorie dei sensi. Le cassapanche con lo stemma Chigi-Borghese sono sempre opera di Antonio Chicari e Camillo Saracini, il portaorologio a pendolo, realizzato dal Chicari, fu dipinto a finta radica da Francesco Corallo.